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Emanciparsi grazie all’autonomia finanziaria

“Tanto non capisco niente di soldi…”

Spesso abbiamo un brutto rapporto con il denaro. Ci genera ansia e lo associamo a valori immorali o negativi. Il denaro, in realtà, è semplicemente un mezzo per raggiungere i nostri obiettivi di vita e realizzare i nostri sogni. Ecco allora che diventa fondamentale migliorare il nostro rapporto con i soldi, prima di tutto aumentando la nostra alfabetizzazione finanziaria.

L’etimologia della parola “Finanza” indica semplicemente l’insieme delle risorse di cui disponiamo, mentre la parola “Economia” deriva dal greco, significa “gestione della casa” e quindi indica l’attitudine a impiegare al meglio le risorse finanziarie grazie all’oculata amministrazione. Nulla di trascendentale insomma, l’economia e la finanza sono nell’aria che respiriamo, nelle nostre azioni quotidiane.

 

Chi meglio di noi donne può occuparsi di finanza e di economia?

Abbiamo delle soft skills (attitudini) femminili molto particolari e rilevanti: saper lavorare in modo collaborativo ed empatico e non competitivo; essere più lungimiranti (anche perché siamo più longeve!); avere un maggior istinto protettivo e una maggior senso di progettualità. Ciò ci permette di perseguire con maggiore efficacia gli obiettivi finanziari e di ottenere anche performance più elevate.

 

L’Italia però è l’ultimo dei paesi G20 per  livello di cultura finanziaria e purtroppo si sottolinea un gap culturale finanziario soprattutto nelle donne italiane.

 

Quali sono le cause?

  • Incompleta bancarizzazione femminile (il 37% delle donne italiane non è titolare o cointestataria di un conto corrente);
  • Redditi in media più bassi rispetto agli uomini anche a parità di mansioni e minore occupazione femminile (il 45% delle donne non ha e non cerca lavoro);
  • Incombenze operative familiari e accuditive che continuano a ricadere soprattutto sulle donne (spesso si delega la gestione degli investimenti agli uomini);
  • Barriere culturali e linguistiche (il mondo finanziario è intriso di terminologie e consuetudini prettamente maschili).

 

Quali sono le conseguenze?

Sia esclusione sia autoesclusione delle donne dalla finanza (con un apparente minor interesse e una minore capacità di risparmio) che portano a una mancanza di protagonismo e alla persistenza di un tradizionale modello di subalternità e dipendenza rispetto alle figure di riferimento maschili.

 

Colmare il gap culturale finanziario è sia un diritto sia un dovere delle donne stesse.

Una responsabilità che abbiamo nei nostri confronti per raggiungere una maggiore emancipazione e nei confronti del mondo che ci circonda per realizzare una maggiore equità sociale.

Siamo il 50% della popolazione: non è più accettabile che solo 6 donne su 10 siano indipendenti economicamente. Dobbiamo acquisire maggiore consapevolezza e autostima per essere più solide nel nostro agire economico, autrici del nostro destino, senza dover soffocare le nostre ambizioni e per ripartire davvero.

 

Da dove iniziare allora? Ecco degli strumenti concreti:

Sul sito http://www.quellocheconta.gov.it potete trovare già molto materiale utile per supportarvi nella vostra conoscenza finanziaria.

Ultimo, ma non meno importante, con Turin Business Network Donna già dall’anno scorso ho fornito il mio contributo per rendere disponibili delle video lezioni gratuite di educazione finanziaria che potete comodamente consultare: https://www.youtube.com/channel/UCxBQ1f73nFsISZAFg4jrhgQ

 

La vera ricchezza è la nostra conoscenza!

 

Giulia

(questo articolo è disponibile anche sul sito di Turin Business Network Donna /https://tbndonna.it/)

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